domenica 10 luglio 2011

Il paradigma errato della comunicazione su Berlusconi

Ho un'opinione su ciò che costituisce il modo con cui gli italiani trattano la comunicazione riguardante Silvio Berlusconi che è molto personale, e non tutti potrebbero essere d'accordo. E' derivante da una sensazione, dovuta a ore passate ad informarmi sull'arcorese premier.

In una forma di trattamento delle informazioni non viziata, dovrebbero essere i fatti che riguardano Berlusconi ad essere considerati centrali, e solo dopo le sue dichiarazioni, il suo punto di vista. Dovrebbe essere importante soprattutto una condanna di Berlusconi per il Lodo Mondadori, e non la personale opinione del Presidente del Consiglio, pur cosa di rilievo, a far riflettere le persone sul ruolo politico e sociale del Silvio nazionale.
Io noto invece che al centro dei commenti, degli articoli, della considerazione di tutti ci sono proprio le notizie di come Berlusconi tratta i proprio fatti, i propri interessi.

Se ci pensate bene, quando saranno passati 40-50 anni, e Berlusconi sarà probabilmente trapassato, ciò che conterà non sarà la sua personale opinione sul processo Mills, sul Lodo Mondadori, non saranno le sue dichiarazioni sui fatti, ma i fatti stessi e la loro incidenza sulla vita della nostra nazione ad essere determinanti per far avere opinioni, per informare la gente del nostro futuro sulla vita degli italiani a cavallo dei due millenni.

Perciò trovo assurdo che sia centrale un'opinione pur da protagonista per decidere se c'è stata corruzione, se una manovra finanziaria sia ottimale per i problemi d'Italia. Non si dovrebbe solo considerare come il Silvio nazionale considera accuse e critiche, lodi e elettori, ma vedere cosa effettivamente bolle in pentola. Per usare una metafora, non si chiede al cuoco se il cibo è buono, ma lo si assaggia, lo si offre a persone di nostra fiducia, lo si valuta per quello che è.

Ripeto: non tutti saranno d'accordo con me, magari un giornale vende e venderà di più con la polemica tra Berlusconi e i magistrati, tra Bersani e Ghedini, ma penso che gli italiani dovrebbero aprire maggiormente gli occhi e cominciare a scrollarsi di dosso l'assolutà centralità delle parole di Silvio Berlusconi, come se parlasse dal balcone di piazza Venezia, per tornare a giudicare la Storia come un insieme legato di fatti, che tutti riguardano e tutti contribuiscono a realizzare, ognuno per il proprio peso e con le proprie colpe e meriti.

1 commento:

Lord Vivec ha detto...

sinceramente, alla luce degli altri tuoi post che ho lettoo, non credo che tu sia cosi "naive" da non capire qual è la realtà: la realtà è che l' informazione è pilotata, insieme alle decisioni individuali delle persone. La gente ha bisogno di un "leader" che pensa al posto loro, visto che non sentono di avere abbastanza cervello da poterlo fare da sè. E così lasciano che siano altri a pensare e a decidere al posto loro, e questi "altri" sono i leader carismatici. Berlusconi, ma per carità anche Beppe Grillo, Travaglio, Saviano, persino Alessandra Mussolini e Sgarbi. I buffoni di corte. Basta che non siano le persone a prendere in mano le redini delle proprie decisioni, per il resto non importa quale futile e vacuo leader prende il loro posto nel processo decisionale. E giu tutti a seguire questo leader, come le pecore