lunedì 13 giugno 2011

Chi ci difende dalla non punibilità ?

In questo nostro Stato, abbiamo un deficit di rappresentanza politica, un malcostume tra illegalità e comportamenti indesirabili da parte della classe dei politici per i quali suppliscono i magistrati con le loro inchieste, con i loro processi volti a raddrizzare la colonna vertebrale di questa nostra bistrattata democrazia. La mia riflessione di questi secondi si riferisce ad un vuoto che mi sembra di sentire enorme: e se le leggi, il codice penale non prescrivono di indagare, di reprimere certi comportamenti della classe dirigente, dei politici come degli imprenditori, come possiamo avere una supplenza della magistratura in certi settori, su certi temi.
Fornisco un esempio: se le aziende ricorrono selvaggiamente al meccanismo del precariato, continuamente, in modo scientifico, come possono i lavoratori bistrattati e umiliati da contratti svilenti lottare contro comportamenti che legalmente non sono o non sono ancora legalmente punibili.
Ecco un dramma: se in Italia la magistratura ha una funzione vicaria della politica, laddove non può intervenire abbiamo un vacuum, una mancanza grave di fronte ad azioni che pur non essendo illegali sarebbero ricondotte da una buona politica e da una buona classe dirigente nell'alveo del comportamento corretto, auspicabile. Invece così i lavoratori, ad esempio, si sentono soli di fronte ad un mercato che li svaluta, sia nel potere di acquisto sia pretendendo una flessibilità disumanizzante e totale, che va a minare la loro vita come coerente progetto di sviluppo umano in una società civile e moderna oltre che democraticamente ben governata.

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