domenica 1 maggio 2011

La magia, nelle parole

Noi, intendo noi italiani, europei, occidentali, crediamo che per il fatto stesso di aver raggiunto traguardi tecnici e tecnologici elevati, non ultimi la conquista della Luna, la bomba atomica, i trapianti di organi, siamo per queste vette dell'intelligenza razionale al riparo dall'oscurità primitiva delle società meno evolute, dalla fede in maghi e stregoni che ci incantano con i loro anatemi, con le loro formule rituali.
Io credo, in realtà, che al fascino evocativo della parola, alla potenza comunicativa che mette in sintonia carisma personale e istinti delle masse neanche le nostre cosidette avanzate democrazie occidentali sappiano resistere.
Anzi, se nei laboratori e nelle industrie il metodo scientifico, la catena di montaggio hanno definitivamente tolto spazio all'improvvisazione, all'istinto misto a passioni e fedi in misteri atavici, paradossalmente è proprio nella sfera della comunicazione di massa e della politica che le stesse antiche pulsioni, che gli stessi primordiali impulsi umani si trovano a sopraffare il ragionamento, la concatenazione logica degli avvenimenti, il rapporto causa-effetto, la linearità, la falsificabilità degli esperimenti.
Anche il più attento e scrupoloso lettore, telespettatore, spettatore o uditore di comizio non si troverà immune, ancor'oggi, dal sentire in se risuonare le corde di uno strumento che imbonitori, poeti, tiranni, sofisti hanno utilizzato per millenni: quello che si alimenta di luoghi comuni, di istinti, di passioni, in definitiva di ciò a cui noi esseri umani siamo debitori in ogni epoca, di ciò che permette a dittatori di ogni risma, a politicanti profittatori, a truffatori della parola di dominarci, nonostante l'analisi rigorosa delle loro azioni e della storia ci permetta di avere strumenti validi per opporci a loro, come impostori nel detenere il controllo delle nostre menti e delle nostre azioni.
Perciò sono pessimista per l'agire politico unito all'azione delle masse: non sarà mai così convincente come la parola rispetto ai fatti, l'aspetto rispetto alla sostanza, l'immagine pubblica rispetto alla realtà privata, le mille verità di feudatari campioni di eloquenza ma non di verità.
In definitiva, siamo in mano alla comunicazione migliore, non ai migliori.

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